domenica 19 ottobre 2008

SULLE TRACCE DELL'ASINO....parte I

Impolverato, stroppicciato ed ingiallito sei capitato tra le mie mani. E tu chi sei? Da dove arrivi? E che funzione hai avuto? Azz...dal 1800 addirittura?

Schiacciato tra le ante di un mobile antico sei tornato alla luce incuriosendomi....Chi mi può dare notizie di una pubblicazione del 1868 intitolata "L'Asino" a Firenze?

Inizio dalla consultazione della sezione riviste della Biblioteca Nazionale.......



Per gli appassionati, riporto un articolo:



LA NASCITA DELL’ASINO

Temporaribus illis quando s’era barbari e zucconi, quando si stava peggio d’ora (lo dicono i Consorti e per loro è vangelo) se nasceva un principe di razza reale si faceva feste e baldorie. Le artiglierie coi loro spari da cento e centun colpo annunziavano al popolo il fausto avvenimento, e potevi sapere stando anche a letto o in cantina se il neonato era maschio o femmina. Le Autorità Municipali, allora Gonfalonieri oggi Sindaci dei fallimenti annunziavano esse pure il parto ai propri amministrati nonché le condizione della puerpera le quali erano more solito sempre buone. Gli Impiegati del Presto erano tutti in faccende perché occupati ad estrarre dai magazzini e coperte e coltroni e lenzuoli che la Munificenza suprema restituiva al povero popolo che si era refugiato nelle braccia di quel Cristo amoroso che oggi ha la pretensione dell’usura e del decimo. Per carità, popolo ciuco non parliamo oggi di tale feste, giacché purtroppo sei diventato mulo e tanto disumano e crudele che ci occulti perfino il seme dei tuoi figliuoli mentre ce li fai pagare salati più di quello dei bachi del Giappone. Non parliamo neppure di coltroni e di coperte perché essendo libero e indipendente (accidenti!!) non ne hai più bisogno: il tuo tetto è la volta del cielo e sulle ingrate panchine della Gonfolina passi le notti, forse attendendo che qualche Guardia di Mala Sicurezza ti porti sui tralicci del Soffi come sospetto di oziosità e di vagabondaggio, visto che non hai da pagare il canone ai ladri, che sono i padroni di casa, e molto più coloro che li reggono e li sostengono. Abbasso la camorra.
Ma a che ti vai perdendo, o sciaguratissimo ciuco in tali digressioni? Dimentichi forse che fu sempre tuo sistema di pigliare le scorciatoie anche a costo di romperti il collo anziché andare per le lunghe sebbene tu sia forte di spalle tanto da farlo rompere a chi ti cavalca? Torniamo dunque a bomba. Non ci s’incolpi che siamo macchiati del peccato dell’invidia, se noi diciamo che lo spendere e lo spandere in tali baldorie l’era una vera e propria pazzia ed un’ingiustizia fatta alla razza degli Asini cui abbiamo l’onore di appartenere. Infatti a che rallegrarci? Se il neonato era femmina non ancora poste in fasce e prima di avere aperto gli occhi ci costava per dote almeno un mezzo milione; e se invece era maschio non si poteva sapere se ci avrebbe dato sassate o confetti, dolori e tribolazioni, anziché gaudi e piaceri: e forse forse ci era da credere alla peggio, perché i confetti costano più dei sassi, ed il male viene a bussare alla porta del povero assai più spesso che il bene. Viva l’esperienza.
La modernità si è mostrata veramente ingrata ed ingiusta verso l’Asino. Quando nasce quali baldorie e quali feste si fanno? Cosa si spende e cosa si dà? La paglia della greppia è il cordiale che si somministra alla puerpera, la paglia il suo letto, e il giorno dopo la soma e le bastonate l’attendono. Ora qualche bellimbusto dirà: Ma che volete voi paragonare la razza dei Principi con la razza degli Asini? Qui l’Asino, vedendo un tranello, od un trabocchetto aperto da qualche granfia fiscale, si affretta a rispondere: Lasciamo da parte gli odiosi paragoni! Ogni razza può avere, anzi ha i suoi Principi; quella degli Asini è antichissima e privilegiata, e si mantenne perfino tale anche al presente, tantoché il Real Ministero dopo la soppressione degli Enti Morali e delle Corporazioni Religiose le ha conservati i suoi diplomi e permesso l’esercizio di tutti i diritti civili. Dunque anche qui i Principi di buona fede e gloriosissimi nella tradizione!
L’Asina di Balaam parlò e profetizzò, e notate che era femmina, l’Asino ebbe l’onore di far da padrino al Salvatore del mondo nella Stalla di Bethlem; sull’Asino Egli si assise nel suo trionfale ingresso nel dì delle Palme in Gerosolima in mezzo agli osanna dei Giudei, che poi lo conciarono tanto bene, quanto, seguitando il loro sistema, conciarono, conciano e conceranno noialtri Cristiani.
Dunque l’Asino è privilegiato dalla natura; su di lui si distende anche il privilegio contrastato dai Principi, datogli da colui che ha tratto dal nulla tutte le cose dal momento della creazione del mondo. Ma la nascita dell’Asino con tutto ciò passa inosservata a tutti, perché si vede povero e gramo e destinato a vivere come realmente egli è, né avvi nessuno che lo protegga e lo difenda. Ben dicevasi, nasce un Principe, feste e cortei, nasce un Asino, paglia e bastonate.
Eppure questa povera bestia non toglie e non ruba a nessuno, siccome altri bipedi, anzi reca i suoi benefizi a tutta l’umanità sia dotta, sia ignorante. Nei faticosi trasporti rassegnato e paziente reca il pane e la sussistenza a chi lo deride e lo maltratta; in morte da per fino la pelle per i tamburi delle truppe. E’ una vera ingratitudine che almeno qualche nostro generale famoso nella storia recente non gli abbia fatto decretare una medaglia o una croce, tanto più, se come si crede, è stato al Ministero.
Questa lamentazione muove il povero Asino nostro per difendere i diritti dei suoi confratelli, e per vedere se coll’andar del tempo egli possa, senza fare allusioni al presente, essere l’iniziatore di un Principato Asinesco infesto ai ladri e di poca spesa, per far differenza dagli Ebrei che vivono sparsi sulla faccia del globo senza Re, senza regno e senza Stato. L’Asino nulla chiede, nulla vuole per sé; nacque e morirà povero: questa è la sua gloria. Egli dopo aver fondato questo giornaletto non poteva fare a meno di andare in brodo di giuggiole, e di sentire i lacrimoni agli occhi nel ringraziare te o popolo, che con tanta cortesia l’hai accolto e ricevuto nel suo nascere. Popolo non dubitare: l’Asino non ti darà de’ calci, sebbene abbia gran voglia di tirarli; ma essi anderanno a colpire sempre il punto vero e tu vedrai quale sarà: il bersaglio è al posto e non anderà di fuori.
Un altro ringraziamento pure vivamente commosso egli tributa a quei colleghi che si sono ricordati di lui; agli altri che lo hanno dimenticato o disprezzato oppone il giudizio del popolo e del tempo, e tranquillo ripetendo il famoso verso dice: Non ti curar di loro, ma guarda e passa.

L’Asino _ Firenze, 15 settembre 1868 Anno I N°8

Nessun commento: