martedì 24 febbraio 2015

QUELLE LEZIONI DI NUOTO E DI VITA

Ricordo ancora il calore che il solo sentirmi al sicuro poteva darmi. Eppure era una cosa semplice, naturale, niente di complesso o di forzato.
Ma era anche il calore dato dalla soddisfazione di sentirmi capace di imparare a cavarmela da sola.
Riuscivo a tenermi a galla, a dar delle bracciate, a respirare tenendo un ritmo.
Al largo, a metri e metri di distanza dal fondale, io minuscola bambina di neanche cinque anni e tu, lì a poca distanza che mi invitavi a superare i miei limiti con i miei tempi ed i miei mezzi, tu, meta da raggiungere e porto sicuro in cui sentirmi accolta. Dolce e forte babbo.
Ricordo il tepore del sole e l'azzurro del mare e soprattutto il tempo lento, dilatato, il nostro tempo, il tempo per noi. Forse era quella condizione di immersione come in un liquido amniotico ad esaltare ancora di più la tua presenza.
Ciò che mi hai dato lo porto in me, nelle mie scelte, nel mio osare, nel mio cadere e rialzarmi, nel resistere, nell'abbandonarmi all'uomo che amo e che sento come rifugio e ristoro dalle mie fatiche e debolezze. Nell'addormentarmi tra le sue braccia, potendo deporre le armi.
Sentire, amare, sentirsi amati.

2 commenti:

Garbo ha detto...

Bellissimo, sei una donna straordinaria!
Ciao

Castalia ha detto...

Garbo ciao!
Da quanto tempo...
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